
30 Gen Essere genitori
ESSERE GENITORI
Quanto spesso i genitori danno così tanto ai propri figli e quanto spesso i figli non se ne accorgono neppure. Quanto spesso i figli si dedicano così tanto ai propri genitori e i genitori non sanno cosa questo significhi ed implichi.
Uno dei cardini degli “Ordini dell’amore”, i principi interiori scoperti da Bert Hellinger, il padre delle Costellazioni Familiari, in decenni di studio e ricerca e di esperienza nel campo delle costellazioni, è rappresentato da queste parole:
I genitori danno e i figli prendono
Questo a significare che il flusso dei genitori che danno e dei figli che prendono è quello più giusto e naturale, solo così le cose possono davvero funzionare.
I genitori danno ed i figli prendono e guardano avanti alla loro vita e quanto hanno ricevuto dai genitori lo passeranno un giorno avanti a loro volta: costruendo una famiglia, mettendo al mondo i loro figli o contribuendo con il loro lavoro o in altro modo al benessere della comunità in cui vivono.
Ed i genitori, in una condizione di normalità, danno così tanto che comunque un figlio mai sarebbe in grado di compensare tutto ciò che riceve.
Questo articolo è dedicato ad alcune riflessioni che possono aiutare a comprendere quando questo movimento naturale del dare dei genitori e del prendere dei figli è rispettato. E anche quando invece si creano disordini che possono condurre a situazioni interiormente difficili da sostenere, sia per i genitori che per i figli.
Essere genitori: i segnali rassicuranti
Quali sono alcuni segnali importanti che possono far comprendere che questo ordine dell’amore tra genitori e figli è rispettato? Che le cose stanno davvero funzionando e andando in una direzione sana e virtuosa in cui poter essere genitori che occupano il proprio posto di genitori? E che allo stesso tempo permettono ai propri figli di occupare il loro posto di figli e solo quello?
Eccone alcuni esempi.
Vedere un figlio o una figlia che, a maggior ragione se fin da piccoli:
- prendono dai genitori dandoli per scontati e non preoccupandosi per loro
- corrono con piacere verso la loro vita, le loro cose, i loro interessi facendolo senza senso di colpa verso i genitori
- si prendono la loro parte di contributo in famiglia facendo ciò che dai genitori viene loro chiesto di fare
- dei genitori non si preoccupano ma da loro hanno imparato, e dimostrano verso gli altri la capacità di guardarli e vederli con un occhio presente e sensibile.
Sono i figli che, una volta cresciuti, sono in grado di fare le loro scelte di vita indipendentemente da ciò che pensano o vorrebbero i genitori. E questo nei più diversi aspetti della vita: nel costruire una coppia, nella scelta del proprio lavoro, nella possibilità di decidere di andare a vivere lontano dai genitori, lì dove la vita li sta chiamando.
Sono segnali che a un genitore ad un primo impatto possono non far piacere anche se, per fortuna, sono segnali che spesso i genitori ricevono.
Colti invece nel modo giusto, anche se forse inusuale nel nostro contesto sociale più comune, offrono la possibilità di essere genitori che:
- cominciano a comprendere quanto siano importanti come conferma che la relazione con i propri figli è sana e sta fluendo nel modo più giusto e naturale
- possono capire che questo è il metro di misura più importante come conferma di esserci stati nel modo giusto per i propri figli
- cominciano ad avere la consapevolezza di quanto sia stato importante e possibile ricercare e nutrirsi altrove e in altro modo di ciò che invece spesso si cerca nei e dai propri figli.
Essere genitori: i segnali “allarmanti”
Quali sono invece i segnali che le cose non stanno funzionando? Che nell’essere genitori non si sta occupando il proprio posto di genitori? E che i figli non sono al loro posto di figli?
Tra quelli più significativi possiamo considerare che un figlio o una figlia, indipendentemente dalla loro età:
- si preoccupino per i genitori e vogliano e cerchino di prendersi cura di loro
- si sentano in diritto di giudicare i genitori, di dire loro come dovrebbero vivere la loro vita e di dare loro consigli
- facciano per un genitore da spalla su cui sfogarsi e magari lo consolino, spesso anche su qualcosa che riguarda l’altro genitore
- anticipino i bisogni dei genitori e si comportino più come un genitore che come un figlio o una figlia.
Alcune di queste sono tematiche forse ancora poco conosciute o consapevolizzate. E in questo senso ogni genitore ha fatto sempre e comunque del suo meglio con le conoscenze e le possibilità che ha avuto.
Perché spesso nel pensare comune sembra aver valore addirittura il contrario.
Ad esempio frequente è il pensiero di essere genitori in gamba e che i figli sono bravi figli quando questi ultimi si prendono in qualche modo cura dei genitori, anche quando questi sono ancora giovani e capaci.
O che, una volta adulti, continuano a fare ciò che i genitori vogliono da loro a dispetto dei loro aneliti più profondi.
Quanto spesso accade ancor oggi che solo così i figli possano rappresentare motivo di orgoglio e di vanto da parte dei genitori nei confronti degli altri? Che solo così i figli possano essere considerati dei bravi figli…
Il ruolo delle Costellazioni Familiari
In tutto questo non può essere dimenticato che un genitore è sempre e comunque innanzitutto una persona e come tale alla ricerca di un riconoscimento e di soddisfare il proprio bisogno di essere visto e considerato e supportato. Ciò che diventa allora importante è che questo possa avvenire come e dove è giusto e possibile che questo avvenga.
Mai dovrebbe essere ricercato o voluto o dato per scontato dai propri figli.
In questo le costellazioni familiari possono rappresentare un valido aiuto per tutti, genitori e figli, rendendo ad esempio possibile per un genitore:
- poter davvero occupare il proprio posto di genitore
- imparare ad appoggiarsi, a prendere e a nutrirsi interiormente nel modo e nel posto giusti
- permettere ed indirizzare i propri figli ad occupare solo il loro posto di figli
- comprendere sempre di più quando e come ciascuno è al proprio posto e quanto questo sia benefico per tutti
- smettere di dare troppo o di fare troppo per i propri figli
- non cercare più di trattenere i propri figli pensando così di proteggerli, ma un passo alla volta, mano a mano che crescono, lasciandoli liberi di seguire e realizzare la loro vita.
I genitori danno e i figli prendono.
In tutto questo il metro di misura forse più importante di quanto si riesce ad applicare questo ordine dell’amore tra genitori e figli è proprio dato dall’indipendenza e dalla sicurezza con cui i figli si muovono nel mondo, se lo fanno senza timori ma anzi con fiducia e piacere nel fare le loro cose in autonomia anche in assenza dei genitori e senza aver bisogno del loro benestare.
Ciò significa forse aver sbagliato tutto come genitore se non è così?
No, questo articolo è solo uno spunto di riflessione, un possibile punto di partenza per aprirsi a una nuova visione delle cose e, se lo si vuole, a poter cominciare a cogliere nuove possibilità per il futuro.
Nella consapevolezza che comunque un genitore è e rimane innanzitutto un essere umano, non è né perfetto né risolto e dunque fa e continuerà a fare anche degli errori, non potrebbe essere diversamente.
Nella consapevolezza che vi è un livello in cui anche grazie a questi “errori” è proprio il genitore perfetto per i suoi figli.
Allo stesso tempo nella consapevolezza che questa non è una giustificazione sufficiente per non fare nulla nel momento in cui si comprende che qualcosa di diverso potrebbe essere di grande utilità, per se stessi, per i propri figli e probabilmente per molti altri.
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