Costellazioni familiari e felicità

Costellazioni Familiari e felicità

Costellazioni familiari e felicità: bisogna essere disposti a rischiarla la felicità.

Rischiare la felicità, un’espressione apparentemente fuori luogo perché chi non vorrebbe la felicità? In fondo è ciò cui aneliamo profondamente tutti, in ogni momento e contesto della nostra vita.

La felicità sentimentale, quella professionale, nelle nostre relazioni in generale, con noi stessi, nelle cose quotidiane, in ciò che ci appassiona.

In fondo l’importante sarebbe poter essere felici, indipendentemente da tutto il resto.

Eppure.

Eppure quanto spesso non riusciamo a raggiungerla oppure riusciamo a coglierla solo per alcuni istanti o brevi periodi della vita.

E così nasce questo articolo, dedicato con semplicità e senza particolari pretese ad esplorare alcune delle profonde possibili ragioni per le quali ciò cui così tanto aneliamo ci può sembrare allo stesso tempo irraggiungibile. Ed anche quali ne possano essere i collegamenti con il mondo delle costellazioni familiari.

 

Alla felicità non siamo abituati

Nella nostra società questo è un primo dato di fatto: per molti, forse per la maggior parte delle persone, la felicità è qualcosa cui non si è abituati.

È come se di fondo ci fosse un movimento a guardare la parte mezza vuota del bicchiere senza considerare che quel bicchiere è anche mezzo pieno.

E in ogni contesto della nostra vita possiamo essere così spesso centrati ed occupati a cercare di fare qualche cosa in più nel tentativo di riempire la parte mezza vuota di quel bicchiere da dimenticare di godere di ciò che già c’è in quella mezza piena.

 

A questo livello non è neppure necessario scomodare le costellazioni familiari con tutto ciò che vi potrebbe essere a monte. Si tratta semplicemente di cominciare a prendere consapevolezza che esiste un intero bicchiere, non solo un bicchiere mezzo vuoto.

Questo può renderci più disponibili a guardare anche le cose che vanno bene e a non darle per scontate perché non lo sono, non lo sono mai. E forse a non dover a volte addirittura rischiare di perderle per comprendere solo a posteriori quanto fossero importanti. Perché, quel bicchiere, a forza di sforzarci per cercare di riempirlo dimenticando che una parte mezza piena già c’è, rischiamo invece di svuotarlo sempre di più. Così ci ritroviamo con un bicchiere che invece di essere sempre più pieno diventa sempre più vuoto.

Quel bicchiere simboleggia la nostra vita, la sua possibile pienezza, che comincia sempre e comunque nel riconoscere ciò che già c’è di bello e prezioso, che già ne fa parte e che è già motivo per essere felici.

Si, riconoscere quello che già c’è.

Magari prendendoci un tempo attivo a farne un vero e proprio inventario, magari scritto, fino a giungere ad essere consapevoli che effettivamente il bicchiere è già almeno mezzo pieno.

Questo di per sé rappresenta un punto di partenza importante: cominciare ad abituarci a vedere la felicità che è già possibile!

 

Cosa ci mostrano le costellazioni familiari

Entrano in campo ad un altro nuovo livello rispetto all’abitudine alla felicità. Ed alla felicità sono fortemente collegate nel farci giungere a concederci quel “permesso interiore” che fa si che le cose nella vita possano fluire e andare bene, e dunque condurci a poter essere felici.

Perché le costellazioni familiari danno la possibilità di far emergere ciò che interiormente la sta bloccando, qualsiasi ne sia la ragione. E sono per eccellenza la modalità con cui poter fare qualcosa in direzione della nostra felicità.

E le più profonde ragioni di questi blocchi possono essere spesso messe a fuoco come una fedeltà interiore rivolta a qualche componente della propria famiglia di origine, qualcuno che non ha avuto una vita facile, a cui è successo qualcosa di importante, qualcosa che è rimasto come una memoria cristallizzata nel sistema familiare. Qualcuno verso il quale è rivolto il nostro sguardo interiore, senza che ne possiamo essere consapevoli se non per gli effetti di difficoltà che ne derivano negli aspetti esteriori della vita.

Eccone solo alcuni esempi che però rendono l’idea della vastità di conseguenze nelle quali queste fedeltà interiori possono manifestarsi. Si può trattare di difficoltà:

  • di relazione con i propri familiari
  • nel creare o mantenere una vita di coppia
  • nel proprio lavoro
  • legate alle proprietà o al denaro
  • ….

Sono tutte difficoltà che a loro modo manifestano amore, un amore grande ma un amore che conduce a rinunciare alla propria felicità. Per poter essere e rimanere interiormente fedeli al proprio sistema familiare invece che a se stessi e alla propria vita.

E in questo contesto la soluzione sono le costellazioni familiari, che rendono possibile ripristinare l’ordine familiare interiore, riconoscendo ed onorando i posti nella famiglia ed anche il destino di ciascuno.

Solo così, guardando, riconoscendo, onorando ed includendo, diventa possibile volgere lo sguardo e cominciare a guardare finalmente a se stessi e alla propria vita.

Solo così, a livello interiore, diventa possibile darsi il permesso a che le cose possano andare bene e a poter essere felici.

 

Le costellazioni familiari e la buona coscienza

Abbiamo visto il bicchiere, l’abitudine alla felicità, che riguarda noi stessi e il modo in cui guardiamo alle cose della vita.

Ci siamo dedicati al collegamento interiore tra le costellazioni familiari e la felicità e le fedeltà interiori per le quali non ci si dà il permesso alla felicità.

Qui ora siamo di fronte ad ancora un altro livello di collegamento tra le costellazioni familiari e la felicità. In questo caso non si tratta di qualcosa che riguarda noi, il nostro bicchiere che possiamo vedere più o meno pieno, o la nostra interiorità.

Si tratta invece di ciò che accade fuori e che vediamo nelle situazioni più o meno vicine. Che possono riguardarci direttamente ma anche essere molto lontane da noi. Riguarda il nostro confrontarci con gli altri nel provare a volte quasi vergogna per essere più fortunati di molti moltissimi altri. Si, quasi un vergognarsi ad essere felici. Perché nel mondo succede questo e questo e questo.

Come posso permettermi io di essere felice se c’è tutto questo?

Bert Hellinger, il padre delle costellazioni familiari, ha coniato un’espressione meravigliosa ed unica per tutto questo, l’ha chiamata “buona coscienza”.

Si tratta di quella nostra vocina che ci parla continuamente e ci dice come dovrebbero essere le cose. Non solo le nostre personali ma anche quelle di tutti gli altri. In particolar modo le persone più vicine a noi ma anche le persone in generale. Persone comuni che incontriamo nella nostra vita per le più diverse ragioni, o persone famose nei più diversi ambiti. O persone di cui abbiamo sentito parlare per qualcosa che è loro accaduto, nel bene o nella difficoltà. E quella vocina, oltre che delle persone, si occupa anche dei fatti. Fatti che possono riguardarci in prima persona ma che spesso sono invece molto lontani dalla nostra vita e riguardano persone che non conosciamo personalmente.

Quella vocina che giunge da ciò che ci è stato insegnato, da ciò che abbiamo appreso dalla cultura in cui viviamo, dai valori che abbiamo assorbito. E che così spesso ci fa sentire a posto solo se ci rendiamo partecipi dei problemi altrui e se ci schieriamo in ciò che è giusto o sbagliato, accettabile o non tollerabile, con i buoni e contro i cattivi.

Quella vocina che fa si che siamo così impegnati ad occuparci di “salvare il mondo” con i fatti o, molto più spesso, con i pensieri e le opinioni e le parole, da farci completamente dimenticare che noi siamo qui innanzitutto per noi stessi, per onorare la vita che ci è stata trasmessa facendone qualcosa di buono. E di questo buono fa parte anche permettersi di vivere la propria felicità scollegandola dalla felicità o infelicità altrui. Nella piena consapevolezza che permetterci di essere felici non toglie nulla a nessuno.

Una soluzione concreta per poterlo fare?

Prendersi un giusto tempo per ogni situazione esteriore che giudichiamo o che non ci fa sentire a nostro agio o di fronte alla quale ci sentiamo in colpa per essere più fortunati:

  1. chiedersi se c’è per noi una possibilità concreta di poter fare qualcosa
  2. se una possibilità di fare concretamente qualcosa c’è, chiedersi se è possibile farla rimanendo al proprio posto, senza invadere lo spazio altrui, la volontà altrui e nel rispetto dell’altrui destino
  3. quando è possibile fare qualcosa di concreto nel rispetto delle considerazioni del punto 2 allora quel qualcosa si può fare
  4. se invece ci si rende conto che per qualsiasi ragione non è possibile od opportuno fare qualcosa, darsi il permesso di lasciare quella cosa nelle mani di chi la sta vivendo e attraversando e a qualcosa di più grande
  5. e darsi il permesso di guardare a se stessi e di poter essere felici, pienamente felici in ciò che si è e ciò che si ha, consapevoli che non si sta togliendo niente a nessuno ma, anzi, si sta così solo onorando la vita che ci è stata trasmessa

Nella piena consapevolezza che solo accogliendo e onorando e realizzando il nostro personale destino siamo nel pieno rispetto anche di tutti gli altri e dei loro destini, a volte destini davvero importanti ma che sono sempre e comunque i loro. E dove la nostra unica possibilità è stare al nostro posto imparando sempre più e sempre meglio a rispettare quelli altrui.

Allo stesso tempo coscienti che verosimilmente una parte di ciò che siamo venuti a fare è anche imparare ad essere felici, anzi, come mi piace dire, sfacciatamente felici.

Perché forse questo è il dono più grande che possiamo fare a noi stessi ma anche agli altri, a tutti gli altri, vicini o lontani che siano.

E in questo mi immagino Bert Hellinger lassù da qualche parte, con un lieve sorriso sulle labbra mentre dice: “Finalmente!”

________

Se ti fa piacere scrivimi un commento con le tue esperienze e riflessioni. E se vuoi qui puoi trovare gli altri articoli pubblicati sul blog

Per ricevere le date degli incontri, dei corsi e le altre iniziative in presenza e su Zoom

Se ti fa piacere qui puoi iscriverti alla newsletter. Io stessa non amo ricevere newsletter frequenti e martellanti e la invierò solo in occasione di date, informazioni e novità che possano avere un senso per te. E, se lo vorrai, in qualsiasi momento potrai cancellarti in autonomia.

Mara Tomasetig
mara@cosmoorigin.it

Sono Mara Tomasetig, Costellatrice Familiare allieva diretta di Bert Hellinger e Diplomata Original Hellinger®. Sono anche una Coach e insegnante di Costellazioni Familiari. Ti aiuto ad andare a guardare e a fare luce su ciò che nella tua vita non sta fluendo come vorresti, a risolvere quel problema, a trovare o ritrovare il tuo posto affinché tu possa realizzarti, nella vita e nel lavoro.

No Comments

Post A Comment